Attività in rallentamento e timore crescente. Questa la situazione che le imprese siderurgiche della Campania stanno sperimentando in questi giorni.
Sebbene l’attività fino all’inizio di questa settimana sia stata definita regolare, sia come approvvigionamenti che vendite, le realtà intervistata da siderweb hanno affermato che negli ultimi giorni qualcosa è cambiato ed ora lo scenario potrebbe rapidamente mutare.
«La situazione si complica di giorno in giorno – dice l’ad di Sideralba Luigi Rapullino -. Noi operiamo a livello nazionale e internazionale e si fatica sempre più a trovare vettori per i carichi. In più molti clienti del nord Italia hanno chiuso riducendo di conseguenza gli ordinativi. Anche noi, per tanto, abbiamo dovuto adeguarci e ridurre il ritmo rispetto alla nostra normalità. Abbiamo avviato lo smart working per il 50%-60% dei nostri addetti e applicato tutte le disposizioni di sicurezza previste. Speriamo che questa situazione possa risolversi il prima possibile. Vogliamo comunque restare operativi».
La situazione è invece leggermente migliore invece per la controllata di Sideralba in Tunisia che opera a pieno regime: «Gli impianti tunisini sono al 100%, anche in questo caso i problemi sono per lo più logistici, con voli bloccati ed eventuali quarantene se provieni o hai transitato dall’Italia – spiga Rapullino -. I casi per ora sono stati molto pochi ma anche lì si stanno preparando all’eventuale arrivo del virus».
Tornando in Campania: «Come Sidersan per ora stiamo operando al 100% della nostra capacità – spiega Pasquale Lampugnale amministratore delegato dell’azienda -, nonostante sei persone operino in smart working. Sin da subito abbiamo applicato tutte le disposizioni di prevenzione necessarie e per ora non ci sono state complicazioni. Le forniture e le vendite funzionavano normalmente. In queste ore qualcosa sta cambiando. La situazione sta rallentando, e questo potrebbe portare ad un fermo delle attività».
L’aumento dei casi di contagio anche in Campania infatti inizia a far crescere l’apprensione, anche se non è la fermata a preoccupare Lampugnale.
«Se anche ci si dovesse fermare per diversi giorni la perdita è quantificabile e limitata. Sono molto più preoccupato che questa fermata riporti in auge il problema degli insoluti che a fronte del rallentamento dell’attività potrebbe creare non pochi problemi alle aziende».
Sulla possibile soluzione il patron di Sidersan non ha dubbi, servono risorse da parte del governo sia sul supposto alle aziende che sul rilancio dei consumi attraverso gli investimenti.
Non nascondono la propria preoccupazione invece i dipendenti di Fratelli Bellacosa, che nonostante confermino l’operatività dell’azienda evidenziano come il timore ogni volta che arriva un camion di fornitura dal nord Italia resti forte. Preoccupazione che si allarga anche alle famiglie che aspettano a casa.
«Applichiamo tutti i protocolli di sicurezza compatibilmente con la privacy, ma il dubbio che possa succedere qualcosa è sempre presente».
Anche Scaramuzza Ferro conferma che l’attività di vendita persino al dettaglio si sta fermando, un fenomeno che potrebbe coincidere anche con la maturazione anche da parte dei cittadini campani della necessità di restare a casa per combattere l’epidemia.
«Almeno per questa settimana le commesse estere: Usa, Francia e Messico, ci permetteranno di lavorare, per la prossima vedremo – spiega Luigi Posillipo di WTO Italcables-. Diverse commesse dal nord Italia e anche in qualche zona del sud sono state annullate perché i clienti hanno deciso di fermarsi, e credo che il trend continuerà e si allargherà all’estero visti i numeri sui contagi».
Anche nella realtà di Napoli cresce tra i lavoratori l’apprensione per i propri cari e quando in azienda arriva qualche spedizione, ma per il momento tutto funziona regolarmente, seguendo i protocolli di sicurezza ancor prima che fossero sintetizzati nel documento firmato la scorsa settimana.
L’impressione complessiva è quindi che la filiera anche nelle zone meno colpite dal contagio stia pian piano rallentando e che, senza svolte sui numeri dei contagi e sulle restrizioni imposte, le aziende si fermeranno.