Di seguito un breve sunto dell’intervento da parte del nostro Ceo Sidersan nel corso del Seminario.
“Tra storia d’impresa e internazionalizzazione, il seminario organizzato dall’Università degli studi del Sannio, nel corso del quale sono stati presentati numerosi casi di talento familiare e imprese di eccellenza della nostra regione che hanno avuto successo sui mercati esteri e che testimonia il rapporto virtuoso che esiste fra le imprese del territorio associate a Confindustria e l’Università del Sannio. Le imprese campane hanno molto sofferto questo periodo di pandemia, ma la risposta del sistema produttivo, costituito per la maggior parte da piccole e medie imprese, è stata comunque positiva. Il calo del Pil nel 2020 è stato più contenuto rispetto al Centro e al Nord Italia. Anche l’export, dopo essere cresciuto del 9 per cento nel 2019, e’ calato nel 2020 del 6 per cento, meno della media nazionale. L’Italia vanta 4 milioni di piccole e medie imprese, più dei 3 milioni della Francia e dei 2,7 milioni della Germania, siamo la seconda manifattura d’Europa e primi per numero di Pmi. Gran parte del tessuto produttivo nazionale è legato a storie familiari di eccellenza che hanno saputo portare il nostro made in Italy nel mondo. I 4 milioni di Pmi italiane rappresentano il 50% delle nostre esportazioni, laddove questa quota in Francia e Germania raggiunge solo il 17%. Bisogna quindi valorizzare le piccole imprese, i giovani, il collegamento col mondo universitario.La pandemia ha dato una spinta importante ad alcuni settori e ne ha rallentato altri, ha velocizzato processi già in corso come la digitalizzazione (nonostante siamo ancora indietro rispetto alla media europea) e messo in risalto il valore delle competenze digitali. La Campania ha una buona media in termini di connettività e banda larga ma siamo molto indietro per quanto riguarda le competenze digitali e l’utilizzo dei servizi internet nelle imprese e nei servizi erogati dagli enti territoriali. Basti pensare che il 25% della popolazione fra i 16 e i 74 anni nel 2019 non aveva mai utilizzato una connessione. Non possiamo affrontare la ripresa senza colmare questo gap. Il problema da affrontare non è solo il grado di digitalizzazione dell’azienda ma anche come perseguire quei cambiamenti che sono molto più veloci rispetto al passato.Altra questione è quella delle competenze digitali: in questi ultimi 8-9 anni ho spesso sentito le aziende lamentarsi della difficolta di intercettare le giuste competenze di diplomati e laureati, e credo sia dunque necessario per le aziende interagire meglio con il sistema universitario in maniera da intercettare le giuste competenze in un mondo che cambia molto velocemente. I giovani da parte loro devono dimostrare voglia di apprendimento costante perché oggi in azienda non abbiamo più solo i ruoli tradizionali. Lavorando tutti insieme, università, imprese e giovani, possiamo rendere più veloce e competitivo il nostro sistema economico e recuperare quella produttività che il nostro paese ha perso negli ultimi vent’anni. Nel nostro paese ci sono grandi eccellenze e grandi opportunità: dobbiamo saperle cogliere perché è questo il momento in cui possiamo riscrivere la storia del nostro paese e dei nostri territori. “