Dal legno all’acciaio, dalla gomma al rame e l’inevitabile petrolio.
Un boom dei prezzi che coinvolge tutte le commodities con forti rincari dall’inizio del 2021. La denuncia arriva da tutte le filiere, non solo quella siderurgica, come ha rilevato il Corriere della Sera. Rispetto a ottobre 2020 si vede che il petrolio è salito mediamente del 53%, i prodotti siderurgici del 38%, il rame del 26%, il mais del 31%, il grano del 13% a cui si aggiungono addirittura rincari del 10% per la gomma e del 7% per il legno, normalmente più stabili.
Un aumento generalizzato e collettivo, che certamente è dato anche da una componente speculativa, vista la forte domanda che ha raggiunto livelli ben superiori a quelli dell’offerta del mercato globale . Una dinamica che sta mettendo sotto pressione gli utilizzatori finali.
A contribuire c’è sicuramente l’accelerazione della Cina che alla luce dei volumi di consumo che è in grado di muovere fa il bello e il cattivo tempo nel resto del mondo, anche se vengono denunciate anche azioni di cartello, come ad esempio nel comparto dei noli marittimi.
Tutto questo porta le aziende a cercare di mantenere e consolidare le filiere all’interno del Paese come ad esempio proprio nel campo dell’acciaio, come evidenziato nei giorni scorsi dal presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz.
Di seguito l’articolo completo del Corriere della Sera
https://www.sidersan.com/wp-content/uploads/2021/03/aumenti-materie-prime2.pdf