La filiera dell’Acciaio tra cambiamenti e opportunità

Il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali sono sfide epocali che richiedono risposte concrete e condivise. Tra pandemie, pressioni sulle risorse e perdita di biodiversità, emergono nuove opportunità per trasformare i megatrend in azioni reali, come l’economia verde e l’inclusione sociale. Ma governi e policy makers non possono farcela da soli: è fondamentale che anche il mondo del business diventi parte attiva della soluzione.
Per costruire un futuro resiliente, le organizzazioni devono assumere una visione positiva che dia priorità all’intero ecosistema. Solo così, risolvendo problemi e prevenendo nuovi impatti negativi, possiamo abbracciare la trasformazione necessaria per garantire che le nostre imprese, e il nostro pianeta, prosperino.
La siderurgia italiana rappresenta un esempio concreto di transizione sostenibile, posizionandosi ai vertici europei per decarbonizzazione e circolarità.
L’Italia è il primo mercato Ue per produzione di acciaio da forno elettrico e prima tra i Paesi del G7 in termini di produzione pro-capite di acciaio da forno elettrico.
Primati che denotano come efficienza, digitalizzazione, ambiente e sicurezza muovano gli investimenti dell’intera filiera dell’acciaio nel nostro Paese. Complessivamente, questi temi hanno rappresentato circa l’80% degli investimenti attivati dalle aziende siderurgiche. L’ultimo Rapporto di sostenibilità di Federacciai conferma anche l’impegno del comparto nella riduzione delle proprie emissioni specifiche di CO2 del 60% dal 1990 ad oggi, e dei consumi energetici di oltre il 33% dal 2000 ad oggi.
Con la transizione green e digitale, l’Europa punta a guidare la nuova economia sostenibile attraverso il Green Deal. Tuttavia, per garantire la competitività delle PMI, serve una politica industriale europea solida e inclusiva, che ascolti e sostenga le specificità del sistema produttivo, tra cui la flessibilità e il dinamismo tipico delle nostre imprese familiari.
È il momento per un cambiamento autentico e inclusivo, che dia priorità alla “politica del fare” e alla collaborazione tra scienza, tecnologia e pragmatismo. Solo con impegno e visione possiamo costruire una nuova era di competitività e benessere condiviso.