PMI e manovra 2025: le priorita’ per la crescita

La Manovra 2025 introduce misure significative per supportare le imprese nell’affrontare le attuali sfide, come l’IRES premiale sperimentale per un anno e la riduzione strutturale dell’imposizione fiscale sui redditi da lavoro dipendente fino a 40.000 euro. Sebbene entrambe rappresentino un passo nella giusta direzione, per rafforzare realmente le PMI e la loro competitività, presente e futura, è necessario un sostegno più incisivo al sistema degli incentivi alle imprese, agli investimenti e a determinate filiere che stanno rallentando o sono in difficoltà.
Per favorire la crescita e lo sviluppo delle PMI, è essenziale migliorare l’accesso al credito, in particolare per le realtà meno strutturate, stimolando gli investimenti, incrementando la competitività e garantendo la continuità aziendale nel lungo periodo.
La proroga al 2025 della riforma del Fondo di Garanzia per le PMI rappresenta una misura cruciale ma dovrebbe diventare strutturale. È prioritario potenziare il Fondo consentendo allungamenti o rinegoziazioni, rivedendo le regole per le imprese in difficoltà temporanea. Inoltre, per favorire una maggiore diffusione della finanza complementare a sostegno dei percorsi di crescita delle PMI, sarebbe necessario rafforzare la garanzia centrale del Fondo finalizzata ad operazioni di Basket Bond e innalzare la percentuale di copertura delle prime perdite rendendo l’intensità della garanzia alla pari dei Basket Bond regionali. La riduzione del limite minimo per le emissioni obbligazionarie coperte dal Fondo, da 2 milioni a 500.000 euro, è un passo positivo, ma, per agevolare realmente operazioni di dimensioni minori, sarebbe utile introdurre un credito d’imposta per le PMI, coprendo le spese di consulenza legate alle emissioni obbligazionarie, sul modello degli incentivi predisposti per la quotazione.
Per quanto riguarda le transizioni digitale e green, positiva la semplificazione per l’accesso delle PMI al Piano Transizione 5.0 e la possibilità di cumulare gli strumenti del Piano 5.0 con il credito di imposta Zes. Essendo questa una leva strategica per l’efficientamento del sistema produttivo nazionale, ci auguriamo che le semplificazioni siano effettivamente compatibili con il fabbisogno innovativo delle PMI.
Un ulteriore impulso agli investimenti potrebbe arrivare dal rifinanziamento di strumenti fondamentali come i contratti di sviluppo, gli accordi di innovazione e gli IPCEI, che rappresentano pilastri della politica industriale a supporto di attività produttive e di R&S.
Ridurre gli incentivi senza un adeguato periodo di transizione rischia di penalizzare pesantemente le imprese che hanno già pianificato investimenti a lungo termine. Serve garantire continuità e certezza nelle politiche fiscali. L’auspicio è che la Manovra possa delineare una visione chiara di politica industriale, consolidando con misure strutturali lo slancio che l’economia italiana ha saputo dimostrare negli ultimi anni, rafforzando la crescita attraverso un deciso impulso agli investimenti e alla produttività in particolare delle PMI, che sono la struttura neurale della nostra economia.