Manovra, Lampugnale (PI Confindustria): “Poco incisiva, manca impulso su investimenti”

Manovra, Lampugnale (PI Confindustria): “Poco incisiva, manca impulso su investimenti”

La Manovra di bilancio rappresenta un momento chiave per definire la politica economica del nostro Paese, in un contesto internazionale sempre più complesso. Sfide globali in ambito geopolitico, energetico e tecnologico richiedono scelte strategiche per promuovere una crescita sostenibile e rafforzare la competitività dell’Italia. Tuttavia, l’attuale disegno della Legge di bilancio si presenta ancora poco incisivo, privo di una visione chiara di politica industriale e di un impulso concreto sugli investimenti, elementi indispensabili per consolidare l’economia italiana attraverso tassi di crescita significativi.

Al di là della proroga e del rifinanziamento del credito d’imposta per gli investimenti nella Zes Unica, per la quotazione delle PMI e della “Nuova Sabatini”, e dell’ires premiale manca un reale sostegno agli investimenti produttivi. Pesa il lento avvio del Piano 5.0 ostacolato dalle stringenti regolamentazioni europee e ritenuto troppo complesso da attuare nelle PMI. La politica fiscale deve diventare un acceleratore per l’economia, soprattutto in un contesto caratterizzato da bassa produttività. È essenziale potenziare strumenti come i contratti di sviluppo, il credito d’imposta per ricerca e sviluppo, industriale e applicata. Questi incentivi sono fondamentali per stimolare gli investimenti in capitale fisico e immateriale.

Purtroppo, l’idea di ridurre gradualmente alcuni incentivi senza un adeguato periodo di transizione potrebbe penalizzare le imprese che hanno pianificato investimenti a lungo termine. La continuità e la certezza delle politiche fiscali sono essenziali per rafforzare la fiducia degli imprenditori. Le PMI e le startup necessitano di maggiore supporto per accedere al credito e all’innovazione, strumenti chiave per la loro crescita. Il sistema bancario, nonostante i progressi degli ultimi anni, rimane un ostacolo per molte realtà, soprattutto al Sud, a causa di finanziamenti limitati e alti tassi d’interesse.

È prioritario rendere strutturale la riforma del Fondo di Garanzia per le PMI e rifinanziarlo con almeno 200 milioni di euro per garantirne l’operatività nel 2025. È inoltre necessario potenziare gli strumenti di garanzia pubblica per facilitare l’ingresso delle PMI nelle nuove tecnologie, in particolare quelle legate alla transizione ecologica e digitale. La sfida è grande, ma anche l’opportunità di costruire un sistema economico più resiliente e competitivo. È il momento di adottare una visione di lungo periodo per sostenere le imprese italiane e far crescere il nostro Paese.

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