Scenari d’Acciaio

Scenari d’Acciaio

Link all’articolo del Ceo di Sidersan Pasquale Lampugnale pubblicato su Staffetta Quotidiana.

Il 2025 si apre all’insegna dell’incertezza a causa di alcune variabili cruciali per il mercato siderurgico. I fattori geopolitici in grado di influenzare la domanda e il livello dei prezzi internazionali sono molteplici: le due guerre, la politica di Trump , il rallentamento della Cina, la politica monetaria di Fed e Bce. In particolare, i tassi di interesse in fase di ribasso per tutto il 2024 hanno fatto registrare un aumento dal mese di dicembre se guardiamo i due principali indici (Euribor e Irs) a cui sono legati i finanziamenti delle imprese. Le obbligazioni hanno seguito lo stesso andamento a causa del timore di una risalita dell’inflazione e del debito pubblico che gli Stati hanno accumulato in questi anni.

Lo scenario sulle materie prime è pieno di incognite: i dazi preannunciati da Trump, i cui reali effetti sono al momento non decifrabili, e l’economia cinese. Il rallentamento del mercato interno della Cina nel 2024 ha generato un eccesso di prodotti che hanno determinato il record di esportazioni di acciaio pari a circa 100 milioni di tonnellate. Se da un lato gli Stati Uniti sono chiusi ad ogni forma di importazione è proprio il mercato europeo che potrebbe subire una forte pressione competitiva sui volumi e sulle quotazioni dell’acciaio.  È quindi indispensabile agire sulle clausole di salvaguardia in modo da proteggere la filiera europea dell’acciaio già in difficoltà per l’applicazione delle regole legate al Green Deal, oltre che al CBAM di prossima applicazione. La filiera dell’acciaio vive un momento di incertezza con l’inizio dell’anno che vede ridurre la produzione , il portafoglio ordini e lo stock di magazzino.

Sul versante energetico le cose non vanno meglio: dal minimo di febbraio 2024 c’è stato un graduale e costante incremento del prezzo del gas che chiaramente spinge verso l’alto anche il prezzo dell’energia elettrica. Lontani da un accordo europeo che potrebbe consentire il disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’energia, la manifattura italiana è quella maggiormente penalizzata con condizioni notevolmente peggiori rispetto ai colleghi francesi, tedeschi e spagnoli.

L’essere imprenditori non può prescindere dall’essere ottimisti, abbiamo necessità di una visione di lungo termine, sperando che si possa trovare nell’anno in corso una soluzione ai due conflitti in Medio Oriente e in Ucraina.

Una cosa è certa per noi cittadini europei, bisogna essere prudenti perché il nostro futuro dipenderà principalmente da una visione di politica industriale europea che finora è mancata. Attendiamo il risultato delle elezioni in Germania con la consapevolezza che la nostra Europa ha bisogno di un Industrial Deal per dare futuro all’industria e alle PMI che tra ideologia e iper-regolamentazione corrono il rischio di diventare ingestibili.

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