Tajani a Terni: «Acciaio strategico per l’Europa»

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Il presidente del Parlamento europeo ospite di Confindustria Umbria: «Senza industria e senza impresa non c’è sviluppo»

TERNI – Ad attenderlo, nella sede di Terni di Confindustria Umbria, un centinaio di imprenditori – oltre ai due candidati (Cesare Damiano, PD e Raffaele Nevi, FI) che qui si giocano un seggio al Senato – e il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, intervenendo all’iniziativa “Il futuro dell’Italia tra vincoli europei e crescita economica”, non fa troppi giri di parole.

«Industria 4.0 significa rilanciare il Paese, ma in una regione a vocazione anche industriale come l’Umbria – spiega Tajani – vuol dire dare nuovi strumenti ad un tessuto che ha subìto colpi terribili dalla crisi. Qui si è registrata una morìa di imprese superiore alla media nazionale e i dati sulla preoccupante disoccupazione giovanile lo confermano ampiamente».

L’acciaio, chiarisce il presidente del Parlamento europeo, «è uno strumento fondamentale, quello di Terni, ma tutto quello che si produce in Italia è di grande qualità ed è strategico per l’Europa. Non si dice Italia e non si dice Europa senza dire acciaio ed ecco perché io vorrei vedere sempre più turisti cinesi nel nostro continente, ma vorrei anche vedere sempre meno acciaio proveniente dalla Cina sui mercati europei».

Antonio Tajani, insomma, conferma di non avere dubbi: «Senza industria e senza impresa non c’è sviluppo e per questo è indispensabile difendere e rilanciare l’industria competitiva e anche le piccole e medie imprese. Se vogliamo davvero che il Paese torni a crescere, l’acciaio deve restare strumento di stabilità e crescita anche per il futuro del Paese e di questa città, per permettere ai giovani di nutrire ambizioni e, perché no, sogni».

Anche per questo, scandisce Tajani, «nel prossimo bilancio comunitario dovranno trovare posto le voci relative ad una maggiore innovazione, all’incremento della ricerca e alle nuove infrastrutture digitali anche nelle zone colpite dal terremoto. Su questo la mia posizione è chiara ed il dibattito è aperto».

Il presidente del Parlamento europeo, però, vuole ribadire anche un altro concetto importante: «Per quanto concerne la concorrenza, è indispensabile prendere atto che le regole attuali sono decisamente obsolete e Terni, con il caso Outokumpu (il passaggio delle acciaierie sotto il controllo del gruppo finlandese e poi il ritorno, imposto proprio dalla normativa, in thyssenkrupp; ndr), ha pagato un prezzo esagerato. L’Europa deve dotarsi di regole più adatte ai tempi e di una strategia comune, se vuole difendere le proprie eccellenze».

Giusto ricordare, al riguardo, che proprio Tajani fu il primo, nel 2013, a redigere un documento – l’Action Plan della Siderurgia – precorrendo i tempi dello Steel Commitee dell’Oecd e del Global Forum on Steel Excess Capacity del G20. E lui ribadisce che «il piano d’azione proposto dalla Commissione Barroso deve essere sostenuto e potenziato. Io ora mi trovo a svolgere il ruolo di controllore, ma l’attuale Commissione sembra aver imboccato la direzione giusta e aver iniziato a metabolizzare il concetto in base al quale la Cina deve risolvere i suoi problemi senza pensare di poter continuare a scaricare sull’Europa la propria sovraccapacità produttiva di acciaio».

Per sostenere queste istanze, che sono italiane ma non solo, ci sarà bisogno però di un’Italia il cui ruolo, in Europa, sia sostenuto da un governo stabile e riconosciuto come tale, mentre le recenti polemiche hanno alimentato dubbi al riguardo: «Gli italiani sono più intelligenti di quanto non si pensi all’estero – chiarisce il presidente del Parlamento europeo – e sono certo che terranno presente di questa necessità al momento del voto, il 4 marzo prossimo».

Antonio Alunni, presidente di Confindustria Umbria, dal canto suo sottolinea che «l’Europa ha messo in atto un importante piano di azione che lega la reindustrializzazione a Industria 4.0. Su questi temi crediamo fermamente che il territorio umbro possa rappresentare un’eccellenza in grado di contribuire alla competitività dell’industria europea. La crisi partita nel 2008 ha colpito anche l’industria umbra, ma in questi anni non abbiamo perso i due elementi fondamentali per perseguire la reindustrializzazione della nostra regione: lo spirito imprenditoriale e le grandi competenze professionali dei nostri collaboratori. Per quanto riguarda l’innovazione posso affermare con orgoglio che l’Umbria è stata la prima regione in Italia a costituire il Digital Innovation Hub, uno strumento previsto dal Piano Industria 4.0 per supportare le imprese nel processo di trasformazione digitale. Ciò testimonia come gli imprenditori del territorio abbiano ben chiara la necessità del processo di innovazione per rendere competitive le loro imprese».

FONTE: SIDERWEB

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